“Prendi i soldi e scappa” è il nome dell’opera di questo artista, ma a quanto pare anche il suo modus operandi. Ecco perché.
Sembra davvero il titolo di un commedia, e invece “Prendi i soldi e scappa” è il nome che l’artista concettuale danese Jens Haaning ha dato alla sua opera d’arte.
Un’opera che ora ha fatto il giro del mondo, ma non per i suoi contenuti, bensì proprio per il suo titolo e il comportamento dell’artista che appunto, si rifà al titolo.
Ma andiamo a vedere nello specifico cosa è successo e la vicenda di questo artista danese.
“Prendi i soldi e scappa”, l’opera concettuale che si trasforma in un modo di fare
La vicenda che vede protagonista Jens Haaning, pittore concettuale danese, inizia in modo piuttosto tradizionale; all’artista infatti, erano stati commissionati dal Museo Kunsten ad Aalborg due lavori, che rappresentassero il salario dei lavoratori danesi e austriaci.
Una storia come tante, se non fosse che al momento della consegna delle opere Haaning ha presentato le sue tele in bianco; il pagamento era avvenuto in anticipo, ma questo non ha frenato l’artista, che ha comunque consegnato il lavoro incompleto, anzi mai iniziato.
Una vicenda davvero buffa che ha fatto subito il giro del mondo, e che non si è conclusa in una risata. Il direttore del museo infatti, aveva inizialmente accolto con ironia il gesto, addirittura esponendo i lavori dell’artista, ma si aspettava in seguito comunque la restituzione dei soldi.
La reazione dell’artista alle critiche: “Fate tutti come me”
I soldi però, il pittore non li ha mai restituiti, giustificandosi con il titolo della sua opera, che si chiama appunto “Prendi i soldi e scappa”.
A quel punto, il museo ha deciso di procedere per vie legali, e dopo un lungo processo, il tribunale di Copenaghen ha deciso proprio recentemente, che l’artista sarà costretto a restituire il denaro, scalando però la sua parcella e il costo delle tele.
Neanche questo però, è bastato a far pentire Haaning, che proprio in una recente intervista ha ancora una volta, ribadito il concetto della sua opera. Ha spiegato infatti, che il museo ha fatto molti più soldi da tutta questa vicenda, e che la sua opera non è un furto, bensì una rottura di contratto.
L’artista, in effetti, è celebre per opere d’arte che trattano temi come le differenze sociali e il potere. E infatti, sempre nell’intervista, spiega: ” L’opera è che ho preso i loro soldi, e voglio incoraggiare chi, come me, lavora in condizioni miserabili, a fare lo stesso. Se non vi pagano e spendete soldi per andare a lavoro, allora prendete quello che potete e scappate!“.